Storia della terapia manuale

Si ritiene che medici dell’antichità, quali Ippocrate e Galeno, possano essere considerati i primi praticanti di fisioterapia; essi proponevano trattamenti come il massaggio e tecniche di terapia manuale già nel 480 a.C.

Le prime origini documentate della attuale fisioterapia come oggi la intendiamo risalgono allo svedese Pehr Henrik Ling, padre della “ginnastica svedese”, che fondò nel 1813 il “Royal Central Institute of Gymnastics” (RCIG) per massaggi, manipolazioni ed esercizi.

Nel 1874 nacque negli Stati Uniti la pratica della medicina osteopatica; il termine “osteopatia” fu coniato dal dottor Andrew Taylor Still,  medico con formazione allopatica nato nel 1828 nello stato del Virginia; Still diede alla sua nuova scuola medica il nome di “osteopatia”, pensando che “la struttura” (osteon) fosse il punto di partenza dal quale si dovesse accertare la causa delle condizioni di patologia”; la professione osteopatica si è evoluta anche fuori dagli Stati Uniti, dove è rimasta essenzialmente un sistema privo di farmaci basato sulle sole tecniche manipolative.

La chiropratica è una terapia manipolativa distinta che ha avuto origine intorno al 1895 negli Stati Uniti ad opera di Daniel David Palmer. La principale diagnosi chiropratica è di sublussazione, ossia di lesione articolare o segmentaria con alterazione dell’allineamento, dell’integrità cinetica e della funzione fisiologica. L’atto terapeutico prevalente compiuto dai chiropratici è la correzione, detta anche aggiustamento, consistente nell’applicazione coordinata di forze, leve, direzioni, ampiezze e velocità su specifiche articolazioni e sui tessuti adiacenti allo scopo di condizionare la funzionalità articolare e neurofisiologica.

Nel 1921 fu fondata negli Stati Uniti la prima associazione professionale che nel corso del tempo è diventata l’attuale APTA (American Physical Therapy Association); attualmente rappresenta circa 76 000 membri negli Stati Uniti; l’APTA definisce la Fisioterapia come: “applicazione clinica del recupero, mantenimento, e promozione della funzione fisica ottimale.

Procedure manipolative del rachide e delle articolazioni delle estremità cominciarono ad essere praticate, specie nei paesi del Commonwealth britannico, durante i primi anni cinquanta.

Negli anni seguenti la terapia manuale prese diversi percorsi guidati da alcuni dei suoi più importanti esponenti: nacque il metodo secondo Bienfait, il metodo Ciriax, il metodo McKenzie, il concetto Kaltenborn, il concetto Maitland e altre Terapie Manuali di mobilizzazione-manipolazione, definibili anche come Terapie miofasciali o neuromuscolari.

Negli anni 60-70, in risposta ai problemi riabilitativi posti dalle gravi patologie neurologiche,  nacque la rieducazione neuromotoria; tra queste tecniche,  tuttora utilizzate, ricordiamo il metodo Vojta, il metodo Kabat, il metodo Bobath. A partire dagli anni settanta si è sviluppato il filone dell’esercizio terapeutico conoscitivo (o metodo Perfetti), oggi evolutosi nella “riabilitazione cognitiva”; da non dimenticare il Metodo Grimaldi, nato per il trattamento dell’emiplegico.

Una metodologia ancora diversa è quella della rieducazione posturale che comprende tecniche di rilasciamento e allineamento posturale; può essere considerata l’erede della Ginnastica Correttiva in passato chiamata anche ginnastica medica, indirizzata al trattamento dei vizi posturali della colonna vertebrale (es. atteggiamento cifo-lordotico o scoliotico) e di alcuni difetti di natura ortopedica degli arti inferiori (ginocchio varo o valgo, piede piatto o cavo, ecc); abbondantemente superata dalle moderne tecniche di rieducazione posturale, tra cui il “Riequilibrio della struttura muscolare” della Meziérés e la Rieducazione posturale globale di Souchard.

Una disciplina molto interessante, di sviluppo relativamente recente, è la riabilitazione stomatognatica che si occupa di disordini cranio-cervico-mandibolari, quindi delle complicate relazioni tra apparato masticatorio e postura.